Abitudini, collettività e biciclette

Maggio 13, 2020 , ,

In questo particolare periodo in cui le nostre vite sono state sconvolte dal virus Covid-19, è importante cercare la propria dimensione di benessere. Alcune persone vorrebbero ritornare alla normalità il prima possibile, altri ancora si trovano a metà strada tra la voglia di fare e la preoccupazione di ritornare ai numeri di contagi raggiunti durante il picco delle infezioni.
In questo articolo vorrei porre l’attenzione su uno degli aspetti in gioco: le nostre abitudini. E vorrei raccontare una esperienza personale riguardante una parte fondamentale dell’ambito lavorativo che spero possa ispirare e far riflettere.

Più che mai, siamo “costretti” a mettere in discussione le nostre abitudini e a soppesare il loro valore sulla base della sicurezza personale e collettiva.
Da questa frase emergono due concetti a mio avviso positivi:

  • per quante persone è la prima occasione di “guardare” profondamente ed attentamente alle proprie abitudini? Spesso siamo talmente coinvolti dai nostri obiettivi, che dimentichiamo le modalità e i mezzi con cui li raggiungiamo. Un esempio banale potrebbe essere l’alimentazione (un argomento che mi coinvolge direttamente, dato che sono una di quelli che in questi giorni stanno facendo razzia di farine e lieviti): per soddisfare la necessità di sfamarsi, a volte non dedichiamo il tempo che vorremmo nella scelta dei prodotti e spesso non godiamo di piatti preparati da noi stessi. 
Sono sicura che in queste settimane molti abbiano provato nuove attività e abbiano scoperto di avere delle capacità inaspettate in quel campo, o semplicemente di stare bene nello svolgerle. E perché no, queste attività, nel futuro, potranno divenire a loro volta delle abitudini.
  • l’attenzione posta ad una delle mie parole preferite: collettività. Ogni nostra azione e abitudine, in questi giorni, non ha solo dei risvolti su noi stessi, ma sulla collettività. Per cui il pensiero deve inevitabilmente spingersi più in là del solito, da una parte aprendosi agli altri e dall’altra proiettandosi in un futuro in cui le conseguenze del presente saranno in atto. Entrano così in gioco altre parole che mi piacciono: etica e solidarietà.
Abitudini - Discesa in bicicletta al tramonto

La mia esperienza

Il primo punto che caratterizza la lenta fase di ripresa che in questi giorni sta iniziando è il ritorno sul luogo di lavoro. Anche noi di VM Group stiamo tornando alla “normalità” dell’ufficio, dopo circa un mese e mezzo di lavoro da casa, valutando ogni passo e ogni precauzione necessaria da prendere.

Un argomento molto discusso in questi giorni è la modalità con cui ognuno normalmente si reca sul luogo di lavoro, che è forse una delle più grandi abitudini che scandisce le nostre giornate. Quanto questo aspetto influenza il nostro comportamento? Chi utilizza i mezzi solitamente impiega più tempo per raggiungere la destinazione e a volte deve adattarsi a ritardi e cancellazioni, ma può sfruttare il tempo del viaggio per leggere, guardare film, serie o video, ascoltare la musica, parlare con i vicini e in generale stare con altre persone. Gli automobilisti hanno vantaggi a livello temporale e possono avvicinarsi maggiormente al luogo di lavoro, ma spesso il traffico rende difficile il viaggio e il tempo da trascorrere con sé stessi senza poter fare qualcosa è, a volte, frustrante. Coloro che si muovono in bici o a piedi, di sicuro fanno la scelta più ecologica e salutista, ma sono pochi i luoghi di lavoro abbastanza vicini da poter essere raggiunti con le proprie gambe.

L’emergenza ci costringe a mettere queste motivazioni in secondo piano, per lasciare il posto all’importante quesito: cosa è più sicuro per me e per gli altri? Ognuno avrà la propria risposta, io voglio raccontare brevemente la mia.

Abitudini - Manubrio bicicletta

Come dicevo, anche noi stiamo riprendendo il lavoro in ufficio. Io abito in centro a Como, e per arrivare a Chiasso solitamente prendo la linea 1, che è molto comoda perché le corse sono frequenti. Con la ripresa, ho messo un pò in discussione questa mia abitudine, in quanto il pullman è un luogo pubblico, in cui le persone sono in contatto e non sempre è facile capire quale possa essere il comportamento giusto da adottare. Ho pensato che fosse eticamente più corretto da parte mia prendere l’auto, anche se personalmente non amo l’idea. Sarebbe stato però un modo per mettere in sicurezza me stessa e gli altri, per cui ho iniziato questa esperienza.
E’ durata forse un paio di giorni: trovare parcheggio in questa zona è molto difficile e comunque il tempo usato per gli spostamenti era decisamente alto e stressante (per il mio modo di essere). Ho quindi messo in discussione anche questa modalità di spostamento.
Fortunatamente, le mie possibilità non erano finite. Tra alcuni giorni di “lavoro da casa” e viaggi in pullman bardata con mascherina e guanti, il mio pensiero si spingeva più in là, verso quella terza possibilità che avevo sempre scartato. Da un pò alla radio si parla di incentivi per l’acquisto di bici e bici elettriche, in quanto mezzi idonei per gli spostamenti: sono utilizzati in solitaria e non creano ingorghi e traffico, per non parlare del valore ecologico e sportivo!

Abitudini - Dettagli di ruota di bicicletta

Io ho una bicicletta, di cui sono molto fiera. Perché non è mai stata mia abitudine utilizzarla per recarmi in ufficio da quando lavoro in VM Group? Innanzitutto la strada non è attrezzata per il ciclismo, esponendomi a dei rischi; inoltre è in salita e non ho mai avuto la voglia di arrivare in ufficio sudata e dovermi organizzare per il cambio di vestiti. In condizione di emergenza però, il secondo punto è decisamente superfluo. Il primo punto va invece valutato solo con l’esperienza.

Dopo varie valutazioni, ho preso la mia decisione: dovevo provare! E questa mattina l’ho fatto: con il cambio nello zaino e la mascherina pronta al collo, sono partita pedalando verso la Svizzera. Non ho incrociato molte auto, probabilmente in questi giorni il movimento generale è ancora basso, per cui la strada è stata meno rischiosa del previsto. Inoltre sono arrivata in ufficio carica, soddisfatta ed energica!

A livello personale, mi sono sentita molto bene perché ho voluto guardare oltre le mie abitudini e ho sperimentato un modo diverso di gestire una attività quotidiana, soddisfacendo le necessità mie e della collettività.

Credo che il benessere vada ricercato nelle piccole scelte quotidiane, per questo ho voluto condividere la mia esperienza per poter dare degli spunti su cui riflettere. Non è mia intenzione convincere le persone a muoversi in bici (forse un pò sì 🙂 ), ma vorrei capire quanto è costruttivo sperimentare dei cambi di prospettiva, anche piccoli, nelle proprie abitudini.
In queste settimane, avete provato anche voi a riflettere sulle vostre abitudini?

Foto di Alessandra Caretto da Unsplash
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